Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Mag 21, 2019 Gaetano D'Ambrosio IA Prevenzione primaria, Integrazione alimentare, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria 1
L’abitudine di saltare la colazione è molto diffusa ed è considerata negativamente dai nutrizionisti.
Per verificare se essa comporta realmente serie conseguenze per la salute, è stata presa in esame una coorte di 6550 americani adulti di età compresa tra 40 e 75 anni, partecipanti allo studio NHANES III, una ricerca osservazionale che ha l’obiettivo di monitorare le abitudini alimentari, lo stato nutrizionale e lo stato di salute della popolazione degli Stati Uniti.
L’abitudine di fare colazione è stata rilevata mediante una intervista mentre i decessi sono stati acquisiti attingendo ai registri di mortalità.
Nel campione esaminato il 5.1% aveva dichiarato di non fare mai colazione, il 10.9% di farla raramente, il 25.0 di farla solo alcuni giorni, il 59.0% tutti i giorni.
Dopo un follow-up molto esteso, compreso tra 17 e 23 anni, sono stati registrati 2318 decessi di cui 619 per cause cardiovascolari. Nei soggetti che avevano dichiarato di non fare mai colazione rispetto a quelli che avevano dichiarato di farla quotidianamente si registrava una mortalità per cause cardiovascolari del 79% più elevata. La differenza, tuttavia, poteva essere attribuita al fatto che i soggetti che fanno regolarmente colazione tendono ad avere anche abitudini di vita più sane. Infatti, tra chi faceva colazione tutti i giorni la proporzione di non fumatori e di persone che praticano regolarmente attività fisica era più elevata mentre la proporzione di soggetti obesi era più bassa.
Per tener conto di questi importanti fattori confondenti, è stata condotta una analisi multivariata comprendente le variabili età, genere, razza/etnia, stato socioeconomico, stili di vita, indice di massa corporea e fattori di rischio cardio-vascolare.
Dopo aver aggiustato per le suddette variabili l’analisi ha ancora rilevato,nei soggetti che non facevano mai colazione, una mortalità cardiovascolare più elevata dell’87% ed una mortalità globale più elevata del 19% nonostante che essi assumessero complessivamente il 14% in meno di calorie. Le conseguenze più gravi si sono osservate sulla mortalità per ictus cerebrale che è risultata più che triplicata nei soggetti che non facevano colazione rispetto a quelli che la facevano regolarmente.
Una possibile spiegazione di questo fenomeno consiste nella possibilità che il digiuno prolungato oltre le ore notturne scateni la reazione di “attacco o fuga” con attivazione di sistemi neuro-ormonali che determinano, tra l’altro, un aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa e della glicemia.
Il carattere osservazionale di questo studio non ci permette di stabilire con certezza una relazione di causa effetto tra l’abitudine di non fare colazione e l’aumentata mortalità cardiovascolare anche se è difficile pensare che possano essere condotti studi di intervento randomizzati e controllati per verificala. Pertanto, alla luce dei risultati di questo studio, appare sempre più valido il suggerimento, che certamente non comporta alcun rischio per la salute, di distribuire l’apporto calorico in tre pasti, comprendenti una buona prima colazione.
Fonte: Association of Skipping Breakfast With Cardiovascular and All-Cause Mortality J Am Coll Cardiol. 2019 Apr 30;73(16):2025-2032
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