Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 17, 2019 Gaetano D'Ambrosio IA Prevenzione primaria, Integrazione alimentare, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Associazione tra cibi ultra-elaborati e mortalità
E’ ben noto che una corretta alimentazione è salutare ed è alla base della prevenzione primaria in ambito cardiovascolare, metabolico ed oncologico. Molti studi hanno dimostrato che una dieta basata su alimenti freschi o minimamente elaborati produce un benefico effetto sulla salute. Una nuova ricerca, recentemente pubblicata sul British Journal of Medicine, ha documentato una relazione significativa tra consumo di cibi ultra-elaborati e mortalità.
Lo studio è stato condotto su una coorte spagnola costituita da poco meno di 20.000 allievi della Università di Navarra, le cui abitudini alimentari sono state valutate in condizioni basali e monitorate ogni due anni mediante un questionario.
Il grado di elaborazione dei cibi è stato stabilito sulla base dei criteri NOVA che identificano quattro livelli, il più elevato dei quali è costituito da cibi e bevande cosiddetti ultra-elaborati. Questi alimenti sono caratterizzati dall’essere prodotti industriali contenenti cinque o più ingredienti o additivi utilizzati per migliorare le qualità organolettiche o come conservanti. Questi prodotti sono molto utilizzati perché convenienti (di lunga durata, pronti da mangiare, riscaldabili), generalmente molto gustosi, molto redditizi, in quanto prodotti con ingredienti a basso costo, presentati in confezioni molto attraenti e sottoposti a un marketing intensivo.
Per ogni soggetto è stata determinata la quantità di cibi ultra-elaborati abitualmente consumati. Sulla base di questo valore, l’intera coorte è stata suddivisa in quattro quartili comprendenti ciascuno circa 5000 soggetti, caratterizzati, dal primo al quarto, da un consumo progressivamente maggiore di cibi ultra-elaborati.
Utilizzando una tecnica statistica multivariata per tener conto di molteplici potenziali fattori confondenti (dati anagrafici, antropometrici, stili di vita, caratteristiche cliniche, familiarità per patologie rilevanti), è stato documentato un rischio di morte del 62% più elevato nei soggetti appartenenti al quarto quartile rispetto a quelli appartenenti al primo. E’ stato inoltre rilevato un trend statisticamente significativo dal primo al quarto quartile che configura una tipica relazione dose-risposta. In particolare, per ciascuna porzione aggiuntiva di cibi ultra-elaborati la mortalità totale ha presentato un incremento relativo del 18%.
Per quanto riguarda la mortalità cardio-vascolare, si sono registrati valori più che doppi nei soggetti del quarto quartile senza però raggiungere la significatività statistica.
Gli autori concludono affermando che le politiche sanitarie rivolte al miglioramento della salute globale dovrebbero scoraggiare il consumo di cibi ultra-elaborati e favorire gli alimenti freschi o minimamente trasformati orientando la scelta dei prodotti anche mediante lo strumento della tassazione o la limitazione della commercializzazione.
Fonte: Association between consumption of ultra-processed foods and all cause mortality: SUN prospective cohort study BMJ 2019;365:l1949
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