Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 24, 2019 Gaetano D'Ambrosio IA Ipertensione arteriosa, Integrazione alimentare, Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Ipertensione Commenti disabilitati su Le bevande energizzanti a base di caffeina e taurina causano l’aumento della pressione arteriosa
Le bevande energizzanti contenenti caffeina e taurina possono causare un significativo aumento della pressione arteriosa e un prolungamento dell’intervallo QTc dell’elettrocardiogramma.
Questi effetti, già noti sulla base di piccoli studi generalmente non controllati, sono stati confermati mediante un trial clinico randomizzato e controllato con placebo eseguito su 34 volontari sani, non ipertesi e con intervallo QTc normale, ai quali sono stati somministrati, a distanza di sei giorni l’uno dall’altro, due bevande (A e B) contenenti caffeina, taurina, glucuronolattone e vitamine e una bevanda placebo contenente soltanto aromi naturali. Le bevande sono state somministrate nella quantità di 32 once (due lattine da 16 once, pari complessivamente a circa un litro) nel corso di un’ora. Nelle successive quattro ore sono stati ripetutamente misurati, ogni 30 minuti, i principali parametri elettrocardiografici (intervallo PR, intervallo QT, durata QRS) e la pressione arteriosa sistolica e diastolica.
Le due bevande contenevano entrambe caffeina (204-230 mg in 32 once), taurina, glucuronolattone, vitamine ed altri ingredienti quali carnitina, guaranà, ginseng.
L’outcome primario dello studio era rappresentato dall’intervallo QTc.
In seguito alla ingestione delle bevande A e B si è osservato un incremento della durata dell’intervallo QTc e della pressione arteriosa sistolica e diastolica significativamente superiore alle variazioni osservate in seguito alla ingestione della bevanda placebo (nel grafico le variazioni sono rappresentate come media ± 1 deviazione standard). Non si sono osservate variazioni significative relativamente agli altri parametri elettrocardiografici.
Un prolungamento dell’intervallo QTc superiore a 50 ms si è osservato in due soggetti dopo l’ingestione delle bevande oggetto di studio, in nessun caso dopo l’ingestione della bevanda placebo.
Inoltre, l’effetto sull’intervallo QTc si è mantenuto fino alla quarta ora di monitoraggio.
Lo studio presenta una validità esterna evidentemente limitata: la quantità di bevande somministrate è elevata, sono stati studiati soltanto soggetti giovani e sani, l’effetto delle bevande è stato valutato soltanto in acuto. Ciò nonostante possibile effetto sull’ECG delle bevande energizzanti deve essere considerato e indicato come potenziale pericolo soprattutto ai soggetti nei quali il rischio di aritmie è aumentato per la presenza di un intervallo QTc congenitamente lungo o perché presentano condizioni cliniche assumono uno o più farmaci che possono prolungarlo.
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