Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Giu 08, 2019 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Obesità, Novità Scompenso cardiaco Commenti disabilitati su Rischio ridotto per scompenso cardiaco in pazienti obesi che si sottopongono a chirurgia bariatrica
L’obesità è un fattore di rischio per scompenso cardiaco ma il rischio si riduce significativamente nei pazienti che si sottopongono a chirurgia bariatrica.
Per giungere a queste conclusioni sono stati esaminati i dati di una grande coorte di pazienti obesi, inclusa nello “Swedish Obese Subjects (SOS) study”, costituita da 2010 soggetti sottoposti a chirurgia bariatrica (by-pass gastrico 13%, bendaggio 19%, gastroplastica verticale 68%) e 2038 soggetti obesi, appaiati all’arruolamento sulla base di numerose variabili anagrafiche, psicologiche e cliniche, sottoposti alla terapia abituale, con funzione di gruppo di controllo.
Lo studio è stato progettato per studiare gli effetti a lungo termine della chirurgia bariatrica sul diabete, le malattie cardiovascolari, il cancro e la mortalità totale.
Nel presente lavoro sono riportati i dati relativi a 4033 pazienti (2003 sottoposti a chirurgia e 2030 controlli), esenti da scompenso cardiaco al momento dell’arruolamento, con l’obiettivo di valutare lil rischio di scompenso nei due gruppi. I casi di scompenso sono stati identificati incrociando i dati dello studio SOS con lo Swedish National Patient Register [2] e con il registro svedese delle cause di morte.
Dopo un follow-up mediano di 22 anni si sono registrati 188 casi di scompenso nel gruppo sottoposto a chirurgia bariatrica e 266 nel gruppo di controllo con una significativa riduzione del rischio del 35%. La maggiore riduzione del rischio (-49%) si è osservata nel quartile di soggetti che avevano presentato la maggiore riduzione del peso corporeo (in media 41 Kg) dopo il primo anno di follow-up. L’associazione rimaneva statisticamente significativa anche dopo aver operato correzioni statistiche per tener conto di numerosi fattori confondenti.
Gli autori concludono affermando che, in confronto alle terapia abituale, la chirurgia bariatrica è associata ad una riduzione del rischio di scompenso cardiaco nei soggetti obesi e che la riduzione del rischio appare correlata all’entità del calo ponderale.
I risultati di questo studio richiamano l’attenzione del medico nei confronti dell’obesità e delle sue conseguenze cardiovascolari. Recentemente sono state pubblicate le linee guida europee per la gestione del paziente obeso nelle cure primarie le quali sottolineano come la chirurgia bariatrica sia il trattamento più efficace per i soggetti affetti da obesità di grado severo, nel medio e nel lungo termine, purché sia utilizzata sulla base di precise indicazioni e praticata da centri di comprovata esperienza. Tuttavia, nonostante i documentati benefici clinici, vi sono dati di un ampio sotto-utilizzo di questa terapia. Negli Stati Uniti si calcola che sia sottoposto a chirurgia bariatrica meno dell’1% dei pazienti per i quali essa sarebbe indicata. In Italia l’obesità riguarda il 10% della popolazione e probabilmente il 20% di questi soggetti è affetto da obesità grave (BMI>40) o complicata. Secondo quanto riportato nelle linee guida 2016 della Società Italiana di Chirurgia dell’Obesità e delle malattie metaboliche (SICOB) “a fronte di una richiesta incalzante, la risposta del sistema sanitario è ancora limitata e la crescita della chirurgia bariatrica è modesta”.
Fonte: Surgical obesity treatment and the risk of heart failure Eur Heart J. 2019 May 14. pii: ehz295
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