Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Lug 25, 2019 Gaetano D'Ambrosio Novità dalla ricerca, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su Implicazioni cliniche del blocco di branca nelle cure primarie
Il riscontro di disturbi della conduzione intra-ventricolare é relativamente frequente nei soggetti afferenti alle cure primarie. Tuttavia, mentre il blocco di branca destra completo (BBD) o incompleto (BBDi), il blocco di branca sinistra (BBS) e i disturbi della conduzione non specifici (DCNS) sono associati ad una prognosi peggiore quando si verificano nei pazienti cardiopatici, il loro significato clinico è molto meno definito quando sono scoperti occasionalmente in soggetti generalmente privi di cardiopatia che si sottopongono ad esame elettrocardiografico per le più varie motivazioni (presenza di sintomi di possibile origine cardiaca, certificazioni per attività sportiva, monitoraggio di terapie farmacologiche in grado modificare l’intervallo QT, screening in patologie croniche a rischio di cardiopatia, ecc.).
Per chiarire il significato prognostico di queste anomalie elettrocardiografiche, sono stati esaminati i tracciati di oltre 200.000 soggetti, esenti da malattia cardiovascolare nota, eseguiti tra il 2001 e il 2011 presso il “Copenhagen General Practitioners’ Laboratory”, una struttura alla quale fanno riferimento i medici di famiglia della capitale danese per sottoporre i propri assistiti a varie metodiche diagnostiche, compresa l’elettrocardiografia.
Utilizzando i database amministrativi è stato possibile definire il profilo clinico di base (terapie in atto ed eventuali comorbilità) e verificare, con un follow-up mediano di 7.8 anni, l’incidenza di scompenso cardiaco, morte cardiovascolare, infarto del miocardio, impianto di pacemaker (PM), fibrillazione atriale.
I tracciati elettrocardiografici, registrati digitalmente, sono stati analizzati mediante un software interpretativo utilizzando i criteri diagnostici dell’American Heart Association.
L’analisi di prevalenza ha evidenziato come, tranne che per il BBD incompleto, i disturbi di conduzione intra-ventricolare tendono a manifestarsi in misura crescente con l’avanzare della età.
Inoltre il BBD, il BBD incompleto e il DCNS sono significativamente più frequenti nei soggetti di sesso maschile.
La relazione tra disturbi di conduzione ed esiti cardiovascolari è stata valutata e rappresentata come Hazard Ratio (HR), una misura del rischio relativo dei soggetti con un particolare disturbo di conduzione rispetto ai soggetti esenti da qualsiasi tipo di disturbo di incorrere in ciascuno degli esiti clinici considerati.
Si è così potuto documentare che:
• il BBD incompleto è associato ad un rischio quasi triplicato di impianto di PM ma solo nelle donne;
• il BBD completo è associato ad un rischio più che triplicato di impianto di PM in entrambi i sessi e ad un piccolo ma significativo incremento del rischio di scompenso cardiaco;
• il BBS è associato ad un notevole incremento del rischio di scompenso e di impianto di PM e a un minore ma significativo incremento del rischio di infarto in entrambi i sessi e di morte cardiovascolare solo negli uomini;
• il DCNS è associato ad un notevole incremento (quasi quadruplicato) del rischio di impianto di PM in entrambi i sessi, ad un incremento meno evidente ma statisticamente significativo di scompenso cardiaco, morte cardiovascolare ed infarto del miocardio;
• nessun disturbo della conduzione è apparso significativamente associato al rischio di sviluppare la fibrillazione atriale.
Inoltre, é stata verificata l’esistenza di una relazione diretta tra durata del QRS nel BBS e rischio di sviluppare lo scompenso cardiaco e tra durata del QRS nel BBD e rischio di incorrere nell’impianto di un PM.
Infine, gli autori hanno sviluppato delle vere e proprie carte del rischio, simili a quelle utilizzate per valutare il rischio di eventi cardio-vascolari, che, sulla base di età, genere, e presenza di disturbi della conduzione intra-ventricolare, consente di stimare il rischio di sviluppare scompenso cardiaco o di incorrere nell’impianto di un PM. Per entrambi gli outcome le carte mostrano che il rischio aumenta rapidamente a partire dai 70 anni di età ed è generalmente maggiore negli uomini rispetto alle donne. Inoltre, mentre la presenza di BBS e DCNS si associa strettamente con il rischio di scompenso, il rischio di impianto di PM è associato anche alla presenza di BBD.
Sulla base di questi risultati gli autori suggeriscono di non trascurare i disturbi di conduzione intraventricolare registrati anche occasionalmente in pazienti di età media o avanzata anche se esenti da malattia cardio-vascolare. In particolare, nei soggetti in cui si riscontra un BBD la durata del QRS si associa a un rischio crescente di incorrere in un disturbo di conduzione maggiore e nel conseguente impianto di PM. I soggetti con BBS o con DCNS dovrebbero essere inviati allo specialista e sottoposti a ecocardiografia perché potrebbero aver già sviluppato una disfunzione del ventricolo sinistro e comunque sono ad alto rischio di incorrere in uno scompenso cardiaco. Il rischio è tanto più elevato quanto maggiore è la durata del QRS.
Fonte: Clinical implications of electrocardiographic bundle branch block in primary care Heart. 2019 May 25. pii: heartjnl-2018-314295. doi: 10.1136/heartjnl-2018-314295. [Epub ahead of print]
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