Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Ott 14, 2019 Gaetano D'Ambrosio Linee guida, Linee guida Dislipidemie, Linee guida Prevenzione primaria, Novità dalla ricerca, Novità Dislipidemie, Novità Homepage, Novità Prevenzione Primaria Commenti disabilitati su AHA: nuovo documento sull’uso degli Omega-3 nel trattamento dell’ipertrigliceridemia
L’American Heart Association (AHA) ha pubblicato un documento che fa il punto sull’utilizzo degli omega-3 nel trattamento dell’ipertrigliceridemia alla luce della letteratura più recente.
In base alle evidenze disponibili, gli autori concludono che gli omega-3, alla dose di 4 g/die di acido eicosapentaenoico (EPA) + acido docosaesaenoico (DHA), sono efficaci e sicuri nel controllo dell’ipertrigliceridemia, anche molto grave (≥ 500 mg/dL), sia in monoterapia che in associazione con altri farmaci. Non altrettanto si può affermare a riguardo degli integratori alimentari la cui composizione può essere molto variabile e che non sono approvati come agenti ipolipemizzanti.
Il dosaggio di 4 g è relativo agli etil-esteri degli omega-3 e corrisponde a circa 3 g delle molecole libere.
Nel documento si ribadisce la necessità, prima di procedere a qualsiasi trattamento farmacologico, di valutare la possibilità che l’elevata concentrazione di trigliceridi sia secondaria a condizioni cliniche modificabili o a terapie farmacologiche che possono essere sostituite.
Sono esaminati e commentati gli studi che hanno dimostrato la possibilità di ottenere, con le posologie indicate, riduzioni della trigliceridemia dell’ordine del 20%-30% o anche maggiori nelle forme più severe e gli effetti della associazione con altri agenti ipolipemizzanti.
L’efficacia in termini di eventi cardiovascolari è stata testata nel recente studio REDUCE-ITche ha evidenziato la possibilità di ottenere una riduzione del 25% degli eventi cardiovascolari somministrando per 5 anni 4 g/die di EPA in soggetti con malattia cardio-vascolare, già trattati con statine e con livelli basali di trigliceridemia non particolarmente elevati. Nei prossimi mesi sono attesi i risultati dello Studio STRENGTH che testa l’efficacia della somministrazione di un composto contenente 4 g/die di EPA+DHA in pazienti ad alto rischio con ipertrigliceridemia e bassi livelli di HDL, già in terapia con statine.
Secondo il documento la tollerabilità degli omega-3 si è dimostrata generalmente molto elevata.
Il trattamento con EPA+DHA, ma non con il solo EPA, delle forme più severe di ipertgliceridemia (≥ 500 mg/dL) può associarsi ad un modesto aumento del colesterolo LDL. Ciò non accade nelle forme meno gravi.
Gli effetti collaterali più frequenti sono di tipo gastro-intestinale (sapore di pesce, eruttazioni, nausea, diarrea).
Nonostante gli omega-3 abbiano una azione anti-piastrinica, i trial clinici non ripotano un rischio aumentato di sanguinamento anche quando essi sono utilizzati in associazione con anti-coagulanti o anti-aggreganti.
La presunta azione negativa sul metabolismo glicemico è smentita dagli studi che non hanno rivelato un effetto significativo sulla glicemia e sulle concentrazioni di emoglobina glicata.
Infine, gli omega-3 non sono allergenici e possono essere somministrati anche in pazienti con allergie ai pesci o ai frutti di mare.
Ricordiamo che in Italia la nota AIFA 13 consente la rimborsabilità dei preparati a base di omega-3 nel trattamento di alcune forme di ipertrigliceridemia mentre non è più rimborsata l’indicazione relativa al trattamento con 1 g/die dei pazienti con infarto miocardico recente precedentemente prevista dalla nota 94, ora abolita.
Fonte: Omega-3 Fatty Acids for the Management of Hypertriglyceridemia A Science Advisory From the American Heart Association. Circulation.2019 Aug 19:CIR0000000000000709. doi: 10.1161/CIR.0000000000000709. [Epub ahead of print]
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