Ultimo aggiornamento 07/11/2020 12:00
Gen 04, 2020 Cardiotool Novità dalla ricerca, Novità Fibrillazione Atriale, Novità Homepage 4
Le linee guida per la tromboprofilassi per i pazienti con fibrillazione atriale concomitante (FA) durante le infezioni non sono chiare e non sono supportate dai dati. Sono stati confrontati i risultati di 1 anno in pazienti con FA correlata all’infezione e infezione senza FA.
Collegando in modo incrociato i dati del registro nazionale danese, sono stati identificati i pazienti naïf FA con infezione (1996-2016). Quelli con FA durante l’infezione (FA correlata all’infezione) sono stati abbinati 1: 3 in base a età, sesso, tipo di infezione e anno con pazienti con infezione senza FA. I risultati (FA, eventi tromboembolici) sono stati valutati mediante regressione multivariabile di Cox. La popolazione dello studio comprendeva 30 307 pazienti con FA correlata all’infezione e 90 912 pazienti con infezione senza FA [età media 79 anni (intervallo interquartile 71-86), 47,6% maschi in entrambi i gruppi]. Il rischio assoluto di 1 anno di FA e di eventi tromboembolici era rispettivamente del 36,4% e 7,6%, rispettivamente (FA correlata all’infezione) e 1,9% e 4,4% (infezione senza FA). Nelle analisi multivariabili, la FA correlata all’infezione è stata associata ad un aumentato rischio a lungo termine di FA e eventi tromboembolici rispetto all’infezione senza FA: hazard ratio (HR) 25,98, intervallo di confidenza al 95% (CI) 24,64–27,39 per AF e HR 2.10, IC al 95% 1,98–2,22 per eventi tromboembolici. Inoltre, esistevano differenze nei rischi tra i diversi sottotipi di infezione.
Conclusione
Durante il primo anno dopo la dimissione, il 36% dei pazienti con FA correlata all’infezione ha avuto un nuovo contatto ospedaliero con FA. La FA correlata all’infezione è stata associata ad un aumentato rischio di eventi tromboembolici rispetto all’infezione senza FA e i nostri risultati suggeriscono che la FA correlata all’infezione può meritare un trattamento e un follow-up simile a quello della FA non correlata all’infezione.
Una limitazione dello studio è che la diagnosi del ritmo al momento della dimissione ospedaliera non era disponibile ed è possibile che almeno alcuni dei pazienti stessero già manifestando episodi non diagnosticati di FA prima dell’infezione. In ogni caso, i risultati di questo studio osservazionale su larga scala, confermano i risultati di studi precedenti che hanno riportato un rischio più elevato di FA e TEs ricorrenti in pazienti con FA correlata all’infezione. I risultati sottolineano la necessità di un monitoraggio ambulatoriale esteso post-dimissione per rilevare episodi subclinici di FA in pazienti che hanno avuto FA correlata all’infezione.
Fonte: Atrial Fibrillation Outcomes Presenting During Infections
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